Rimini sottovoce, di Alberto Cristofano
  Giostre. Per piccoli e adulti
 



Aderisco volentieri all'invito della signora Giovanna giunto dalle colonne del "Corriere di Rimini": anch'io chiedo alle autorità di Rimini di aiutare la "signora della giostrina" a riprendere la sua attività in piazza Tre Martiri, dopo l'incendio di cui è stata vittima.
Il nostro mondo è pieno di giostre, e la più innocente ed amata è stata colpita in questa città che davvero fa preoccupare per i fatti di "nera" che vi avvengono.

Nella stessa pagina del "Corriere" in cui è apparso l'11.12 l'invito della signora Giovanna, abbiamo letto un appello al sindaco contro il degrado del centro di Rimini.
Mi permetto al proposito di richiamare l'attenzione dei lettori sopra un'intervista rilasciata di recente ad un mensile dal responsabile del settore Cultura del Comune di Rimini, Marcello Di Bella. Illustrando la sua idea di città, egli ne individuava le ragioni della crisi nel fatto che il centro di Rimini è afflitto da due problemi, il "degrado" e "gli anziani".

Appartengo alla categoria degli "anziani" che Di Bella vorrebbe sloggiare dal centro per far posto soltanto a "coppie giovani che facciano vita". Mi sono sentito umiliato dal suo discorso.
Ecco, il progetto di Di Bella è proprio una di quelle giostre di cui dicevo. Un'altra è stata magnificamente descritta dall'economista concittadino Stefano Zamagni mediante la teoria (molto ottimistica) del passaggio dalla "stagione dei pataca" a quella dei virtuosi. Non so sino a qual punto questa teoria debba un'ispirazione almeno parziale ai testi letterari di Cevoli  e Giacobazzi, i celebri autori di irresistibili brani comici "romagnoli".

Sono certo però che l'esemplificazione di Zamagni con la "reductio ad unum" dell'attuale universo riminese alla predominanza della figura del pataca, sia stata forse accolta dalle competenti autorità con lo stesso movimento delle labbra che ci veniva naturale quando il "mattinal purgatorio" all'olio di ricino ci somministrava una dose allora non ancora rettificata dai suoi più fastidiosi sapori.

Di grazia, che vuol dire che finora c'è stata la "stagione dei pataca"? Chi come noi teme la nuova barbarie urbanistica, rientra di diritto nella categoria? Da dove nasce la certezza di Zamagni circa il "nuovo ciclo di progresso civile e morale"? Da ispirazione religiosa indubbiamente, perché tutti gli indicatori economici sono, giorno dopo giorno, sempre più pessimistici. Per cui sarebbe utile se il concittadino (e coetaneo per noi) Zamagni spiegasse a noi poveri vecchi che roviniamo persino il centro della città, su quali basi poggi la sua "profezia". Più da cartomante che da economista, se ci permette l'espressione brutale. "Si spieghi meglio...", come ci dicevano a scuola.
 
 
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