Rimini sottovoce, di Alberto Cristofano
  Cemento e politica
 
Ha ragione il prof. Oreste Delucca quando auspica per Rimini «una nuova forza politica, progressista». Ma esiste il necessario materiale umano? Abbiamo sempre visto festival di "riciclati", con candidature nei secoli fedeli grazie alla scusa che si trattava di giganti della politica. Ma la montagna ha partorito il topolino e nessuno sa più che pesci pigliare. Il mutismo è il pedaggio pagato per non precipitare nel burrone dell'oblio. E dobbiamo aspettarci una «nuova forza»?
Le voci istituzionali dissenzienti (lette sul "Corriere") trovino ascolto nella maggioranza che governa Rimini e non solamente il disprezzo tipico del vecchio centralismo democratico del pci andato sposo alla teologica supremazia del verbo d'impronta cattolica della Margherita, per cui le delibere comunali sono considerate una verità di fede da osservare pena la dannazione eterna.
Se oggi ci si interroga sul futuro di Rimini con preoccupazione e sdegno, è perché la misura è colma. Non si può pretendere di distruggere un luogo che è riuscito a conservare ancora qualcosa di incorrotto, la riva del mare con il suo respiro non quantificabile in una valutazione catastale.
Qualcuno polemizza sul web contro la giunta comunale trincerandosi dietro un sospetto anonimato. Non vorremmo che le istanze della ragione sociale di qualche "ditta" prevalessero nel gettare il sasso e nascondere la mano. La quale, avvolta da un guanto di ipocrita verginità, potrebbe passare all'incasso in caso sia di vittoria sia di sconfitta. Chi si maschera è sempre pronto a saltare sul carro del vincitore. Magari con qualche progettino da far approvare nelle più segrete stanze di palazzo Garampi.
E queste potrebbero essere definite «nuove forze»? O non sono piuttosto forze oscure di un "ballo in maschera" più simile ad una questua che ad un progetto politico?
Anche altri che si diversificano dalla giunta o dall'opposizione, vagamente insinuano il sospetto che poi, salite quelle antiche scale, il rito riminese del cemento e del disordine urbanistico avrebbe i suoi cultori attenti e non certo disinteressati, con la consueta benedizione.
 
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