Rimini sottovoce, di Alberto Cristofano
  Lettera alla Curia di Rimini
 
Ecco il testo della mail che ho inviato alla Curia vescovile di Rimini.

Sull'ultimo numero del "Ponte", e nel relativo sito web (http://www.ilponte.com//news/2011/gennaio/30/rimini/austriaci_a_rimini__la_storia_torna_a_galla.html), c'è un lungo articolo intitolato "Austriaci a Rimini, la storia torna a galla" che è una risposta ad mia mail inviata a don Giovanni Tonelli lo scorso anno, l'11 giugno. La ricopio:
"Caro direttore, mi perdoni. Ma un suo collaboratore, Loreto Giovannone, ha superato ogni primato (e limite). Riscrive addirittura la storia di Rimini. E s'inventa una dominazione austriaca che non c'è mai stata (veda il Ponte, n. 36, p. 26, "Il porto di Rimini tra '700 e '800").
I fatti. Rimini dal 1528 al 1797, come leggo in un vecchio volume domestico del Matteini, è parte della Legazione di Ravenna, dipendente dalla Chiesa di Roma. Nel 1797 è nel Dipartimento del Rubicone della Repubblica Cisalpina. Nel 1815 ritorna alla Santa Sede.
La famosa notte di Rimini del 25 marzo 1831 (data a cui è dedicata persino una strada cittadina), della quale parla Giuseppe Mazzini, vede gli insorti combattere contro gli Austriaci.
Quegli Austriaci a cui Loreto Giovannone attribuisce la colpa di non aver eseguito alcun lavoro di manutenzione straordinaria nel porto di Rimini (fine colonna 4, inizio colonna 5) al tempo della loro "dominazione" nell'alto Adriatico.
All'inizio della colonna 2, si era invece letto di "opere di protezione del litorale, compiute e rifatte dal Governo Austriaco".
Mi spiace segnalare siffatte baggianate, ma credo che non si possa inventare bellamente la Storia.Grazie dell'attenzione, suo Alberto Cristofano".

A questa mail l'autore dell'articolo ha ora risposto con una premessa molto breve in cui corregge il suo errore ("Nell’articolo dedicato all’Ing. Maurizio Brighenti pubblicato ne il Ponte, n. 36 del 2010 con il titolo: Il porto di Rimini tra ’700 e ’800 si legge «le opere di protezione del litorale, compiute e rifatte dal Governo Austriaco». Questa frase contiene il refuso, «Governo Austriaco» e al posto dell’“errore” ci andrebbe: «Governo dello Stato della Chiesa».") , e con una tiritera infinita di quasi diecimila battute parlando di "inutile polemica" ed usando toni molto inurbani:

"Il refuso ha provocato la polemica accesa e, a mio personalissimo parere, inutile di un lettore risentito perché, per lui, a Rimini una dominazione austriaca non c'è mai stata. Ma ne siamo certi? Vediamo perché la polemica ampliata nel web sottoforma di personale esternazione è una di quelle che Guicciardini, cinquecento anni fa chiamò «opinioni erronee e vane». [...] I chiari riscontri non inducono a fantasiosi, inutili "punti di vista" sulla vicenda Austriaci in Romagna e a Rimini. Ma non sarà che è sbagliato affermare che una dominazione Austriaca non c'è mai stata in Romagna o a Rimini? Non c'è da stupirsi se in rete o in giro c'è una discreta quantità di improvvisati che non sanno. [...] L'occasione è buona per riflettere insieme sulle attitudini umane con la profonda saggezza di La Rochefoucauld: «Lo stesso orgoglio che ci fa biasimare i difetti da cui ci crediamo esenti, ci porta a disprezzare le buone qualità che non abbiamo»".

In mezzo a tanti fuochi d'artificio retorico, nemmeno una parola del mio testo inviato a don Tonelli.
A Voi chiedo: è questo il modo oggi di fare informazione storica sul "Ponte"? (Altre cose avrei da ripetere qui, avendole già fatte osservare al direttore, a cui ho anche scritto nei giorni scorsi per la pagina "austriaca", ricevendone gentilissima e cordiale risposta.)
Grazie dell'attenzione,

Alberto Cristofano

Rimini
 
 
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