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In questa lettera apparsa su "Corriere Romagna" di oggi 23 settembre ed inviata il 16 scorso, riprendo alcune cose contenute in quella precedente non pubblicata:
La politica casa di tutti
Caro Corriere. Di recente, Filippo Andreatta e Pier Ferdinando Casini hanno mandato un segnale di fumo al partito di Veltroni mediante una lettera al "Corriere della Sera" pubblicata con il titolo: "Quel Pd troppo timido con Berlusconi e Putin". Essi invocavano "un Pd più coraggioso" in politica estera, come se entrambi ne facessero parte. Soltanto Andreatta è ascrivibile alle schiere veltroniane. Casini ha poi promesso ai suoi che non si avvicinerà loro.
A Rimini un componente l'assemblea provinciale del Pd si è rivolto ai ciellini, con un altro segnale di fumo: invitandoli ad interloquire senza "rivalse personali" e "rancori", per un "confronto sui contenuti" (i progetti per il lungomare) all'insegna di una "collaborazione tra laici, cattolici e riformisti".
Sappiamo chi sono i cattolici (tutti ed in tutti i partiti), chi sono i riformisti (anche essi tutti o quasi ed in quasi tutti i partiti), ma non troviamo più neppure l'ombra di un laico. D'altro canto, che cosa potrebbe pensare laicamente un politico sulla sistemazione del lungomare, non sappiamo indovinarlo.
Sappiamo soltanto, a proposito di grandi progetti, che a quarant'anni dalla piscina olimpica al Ponte di Tiberio, qui si torna daccapo vuotandone l'invaso eccetera. Della coetanea "monorotaia" sono rimaste soltanto le immagini dei progetti. Anche allora Rimini pensò in grande.
Il segnale per un "confronto sui contenuti", conteneva quel qualcosa di troppo che le nostre nonne riassumevano nella categoria del "si fa ma non si dice". Se si cerca un dialogo con qualcuno che potrebbe desiderare "rivalse personali" per antichi "rancori", gli si fa sapere sottobanco che sono comportamenti non graditi, non lo si scrive sul giornale.
Poi, a quel segnale mi sembra che non abbia fatto seguito alcun pubblico riscontro. Tutto viene fatto sottobanco? Lo chiedo alla città, come una delle tante persone politicamente disimpegnate ma attente a seguire la politica convinto come sono che essa non sia soltanto "cosa loro" ma sia cosa e casa fortunatamente di tutti.
E lo chiedo attraverso il "Corriere" non soltanto perché già da tempo esso ospita cortesemente le mie lettere. Bensì soprattutto per una questione di feeling verso la vostra testata e di allergia verso le altre, sempre beninteso sotto il profilo politico che non antepongo mai a quello umano. Il rispetto per tutti, non significa automaticamente applauso per tutti. In questo momento credo che la libera stampa possa aiutare molto il consolidarsi di una democrazia che non so se è in pericolo o se soltanto minacciata dal partito-padronale. E' una democrazia in cui anche parlar degli errori compiuti dai governi cittadini del passato, non significa desiderare che trionfino in città le stesse forze che governano a Roma.
Una buona notizia per chi crede nei valori non certo a buon mercato della democrazia (in quanto difficili da conquistare e da mantenere), giunge proprio oggi 16 settembre da Roma: Giuliano Amato ha rinunciato a far parte della cosiddetta "commissione Attali". Spero che anche a Rimini nessuno del Pd tenti più un'operazione uguale e contraria, come la ciambella lanciata per il "confronto sui contenuti".
Alberto Cristofano
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