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2009 comincia l'era di Obama |
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Il 6 novembre scorso "Repubblica" ha annunciato l'elezione di Barack Obama con il titolo "Il mondo è cambiato". Sul "Corriere della Sera" invece si leggeva "Obama: cambierò l'America".
Due visioni del mondo stanno dietro ai due opposti titoli. L'ottimismo del quotidiano fondato da Scalfari, nasconde una speranza accreditata quale certezza. Sul giornale di via Solferino il realismo (di pretesa ascendenza pragmatica americana), si limita a citare tra virgolette il pensiero del nuovo presidente degli Usa.
I due titoli così diversi richiamano un'unica domanda: le nostre società progrediscono con il progetto di attuare un ideale, oppure soltanto governando l'esistente e facendosene trascinare?
Kerry Kennedy, figlia di Robert e nipote di JFK, ha scritto un breve testo ("la Repubblica delle Donne", 20.12) che suggerisce di guardare il futuro con la speranza che Barack Obama possa essere "un ponte verso un nuovo ordine mondiale", riprendendo l'impegno di suo padre per i diritti umani e civili di ogni individuo, e "per un mondo più giusto".
Kerry Kennedy si dichiara certa "che gli americani siano disposti a fare rinunce e a rimboccarsi le maniche". Dovremo essere così anche noi in Europa ed in Italia: disposti alla rinunce individuali di oggi, per un domani più giusto per tutti. Non ci basterà prendere atto che qualcosa negli Usa sta cambiando. Pure in Italia sarà necessario progettare diversamente il futuro tenendo d'occhio non solamente il cortile di casa, ma pure le ombre lunghe che fame miseria e malattia proiettano dagli angoli più oscuri del pianeta.
Il 26.12 al GR3 delle 8.45 (ascoltabile su Internet) padre Alex Zanotelli, ricordando come alla solidarietà debba accompagnarsi la giustizia, ha detto che "siamo davanti ad una crisi dalle proporzioni mai viste". C'è il sud del mondo con 380 milioni di africani che vivono con meno di 75 c. di euro al giorno. E c'è poi un sud d'Italia, quel Mezzogiorno dove "la povertà è in crescendo".
Il discorso sulla solidarietà è il più semplice da fare. Basta una predica. Nello stesso giorno infatti ne ha parlato il pontefice: "Se ciascuno pensa solo ai propri interessi, il mondo non può che andare in rovina".
E' il tema della giustizia che fatica ad imporsi come prioritario rispetto agli aspetti caritatevoli dei popoli ricchi (che lasciano sempre meno briciole a quelli poveri). Il papa non ne ha fatto cenno quando ha aggiunto che "dove manca il necessario per sopravvivere" è appunto necessaria (soltanto) una "autentica solidarietà".
La parola "giustizia" suona troppo rivoluzionaria per i vertici della Chiesa, ma non per i missionari come padre Zanotelli. O per Kerry Kennedy.
Testo apparso il 30.12.2008 su "Corriere Romagna".
E pubblicato il 31.12.2008 su "Libera Rimini".
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