Rimini sottovoce, di Alberto Cristofano
  Pd e sindaco di Rimini
 

Premetto che sono un elettore moderato di sinistra che rimpiange l'Ulivo. Le grandi manovre di cui si parla in questi giorni a livello nazionale, in vista di un voto che non ci sarà (nessun politico obbedisce all'istinto tafazziano di autodistruzione), hanno avuto a Rimini piccole avvisaglie con due manifestazioni: le lamentazioni del sindaco Ravaioli ("Il partito non mi ascolta"), e le agitazioni cattoliche che hanno fatto balenare una specie di "lista del vescovo", basata soltanto (ma non troppo) sopra un equivoco.
L'equivoco sta nel fatto che il vescovo, a Riccione, nel corso di un incontro, ha parlato del "bene comune" come dell'obiettivo di tutti i cattolici. Detto con il massimo rispetto, sono soltanto parole sante che non avrebbero potuto essere diverse, pena l'applicazione al nostro presule di una etichetta politica che è invece stata attaccata ad altri suoi colleghi italiani, rivelatisi dichiaratamente non di parte ma di partito.
Forse ispirato da quel discorso, il sindaco di Rimini ha detto che i colleghi del Pd non lo consultano. Non credo che il sindaco e le correnti cattoliche che lui rappresenta possano lamentarsi del trattamento (di favore) ricevuto dagli altri esponenti del partito, che gli hanno lasciato fare tutto quello che lui ed il precedente vescovo volevano, come la fiera sulla via Emilia dove la Curia aveva terreni (vedi una lettera del suo legale apparsa anni fa su "Repubblica") per oltre novecento milioni di lire; o come l'affitto del seminario al Covignano; o come il viatico per l'attuale rappresentate riminese del Pd in Parlamento, dopo l'esperienza di assessore che è stata l'unica compiuta in sede politica, per cui ha prevalso alla fine il senso della primitiva raccomandazione vescovile a Ravaioli.
Se ci sono altri motivi di malcontento politico, che i cittadini non conoscono, Ravaioli come pubblico rappresentante delle istituzioni deve illustrarli, altrimenti è meglio che si guardi attorno: nel suo e nostro Comune molte cose dovrebbero essere cambiate, la gente è, a buon motivo, malcontenta, e minaccia l'astensione dalle prossime urne amministrative. Bisogna che il Pd lo sappia, dato che dichiara di voler ascoltare i pareri della gente per preparare la futura piattaforma politica cittadina.
Alberto Cristofano

Lettera pubblicata dal "Corriere Romagna" del 10 agosto 2010
 
 
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