Rimini sottovoce, di Alberto Cristofano
  Fondazione Fellini la figuraccia
 

 
La "figuraccia nazionale" che (parole dell'assessore Antonella Beltrami) Vittorio Boarini, direttore della "Fondazione Fellini", avrebbe procurato a Rimini, va spiegata con la risposta dello stesso Boarini. Che, messo alle strette, ha accusato senza mezzi termini: da tre anni "i soci sapevano tutto" dei debiti della "Fondazione Fellini", ma sino al febbraio scorso hanno fatto finta di niente.
Boarini, stando al "Corriere" (di oggi 14 agosto), parla di due fasi e di due relativi progetti. All'inizio ci sarebbe stato il patto fra il Comune ed una fondazione bancaria per il rientro in dieci anni. Poi il Comune avrebbe mutato linea, mettendosi d'accordo con la Provincia per un rientro in soli tre anni.
Al semplice cittadino che guarda le cose da lontano, non per disinteresse, ma perché non fa parte di nessun gruppo di potere, viene spontaneo chiedersi: tutto ciò corrisponde ad una corretta amministrazione?
Non si parla di profilo penale, per carità: bensì soltanto di aspetti politici, convinti come siamo che, se la politica fosse basata sulla linea della trasparenza, non ci sarebbe mai da invocare il giudice di Berlino per mettere le cose a posto.
L'impressione del semplice cittadino, stando alle parole di Boarini, è quella di trovarsi di fronte alla solita manovra di gruppi di potere (in questo caso la laica ma comunque santissima, ovvero inviolabile, trinità: fondazione bancaria, Provincia e Comune), che gestiscono tutto senza preoccuparsi di nulla.
Alcuni giorni fa quattro amici al bar "solitamente bene informati" dicevano che il Comune nel 2004 ha stanziato 170 mila euro per sistemare alcuni uffici di palazzo Visconti (posto dietro quello Gambalunga), per collocarvi una biblioteca privata di cui è proprietaria la stessa fondazione bancaria della quale si parla per il caso clamoroso della "Fondazione Fellini".
Con questa fondazione bancaria il Comune ha firmato una convenzione in cui (art. 5) si legge che la stessa fondazione si riserva il diritto di mettere a lavorare in quella biblioteca privata riversata nella Biblioteca Comunale Gambalunga, una persona di sua fiducia. Un privato che dipende da un privato in una struttura pubblica: cosa mia vista, credo. Altro futuro primato per Rimini.
Il testo della convenzione è questo: la fondazione bancaria, in quanto proprietaria del fondo librario, "si riserva di nominare" un proprio rappresentante, "in qualità di 'conservatore', con funzioni di vigilanza sulla tenuta del suddetto Fondo, di verifica inventariale, e di proposta in ordine alla miglior conservazione, anche in termini di restauro, dei materiali facenti parte del patrimonio depositato". La relativa delibera di Giunta del Comune è del 26 gennaio 2010.


Lettera pubblicata integralmente dal "Corriere Romagna" del 16 agosto 2010.
 
 
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