Ho sviluppato il post precedente in questa lettera pubblicata oggi dal "Corriere di Rimini" (c'è una un breve pezzo aggiunto all'interno del testo):
Scusate, ma che palle! Dopo la tredicesima intervista del "Corriere di Rimini" agli intellettuali cittadini, viene naturale reagire con questa classica espressione plebea. D'altro canto, se volessimo usare parole più difficili, non saremmo sicuri di trovare quelle che possano descrivere il nostro personale stato d'animo (afflitto).
E' vero che siamo in Quaresima, ma il sacrificio appare più adatto a chi per libera scelta porta sulla nuda pelle il cilicio, piuttosto che a noi poveretti che non crediamo alle sofferenze corporali aggiuntive per evitare l'inferno. Considerando che quelle normali bastano ed avanzano.
Questi Egregi ed Illustri Personaggi da voi interpellati descrivono ogni volta l'universo mondo riminese come se fossero i detentori della ricetta miracolosa per risolvere i problemi che nessun altro, all'infuori di loro, è in grado di percepire, illustrare ed affrontare.
Adesso, dopo la tredicesima puntata, signori corrieristi, abbiate pietà di noi, lasciateci una pausa almeno sino al prossimo autunno. Poi, altro giro, altro biglietto. Stessi problemi, stesse persone, stesse cose da dire e da leggere.
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