Rimini sottovoce, di Alberto Cristofano
  Predicozzi politici
 
Per il barbone andato a fuoco non ci siano "scandalizzati" dimenticando che "i bimbi immigrati vanno a scuola", come afferma l'on. Elisa Marchioni nel suo intervento di domenica 16 su "Rimini e la cultura".
Per quel giovane aggredito in maniera così terribile, oltre che scandalizzati ci siamo preoccupati. Perché in primo luogo ha corso il rischio di essere ucciso (e questo è un dato di fatto che dovrebbe superare ogni altra considerazione), e poi perché il gesto riminese potrebbe rispondere ad un certo clima politico. Che abbiamo visto materializzarsi qualche giorno dopo a Bologna contro dei giovani colpevoli di girare "vestiti da comunisti".
Niente di personale, per carità, nei confronti della on. Marchioni. Ma soltanto il desiderio di parlare della città. Sì, Rimini sarà pure brontolona. Ma se volessimo discutere sul serio dei problemi che l'affliggono, allora dovremmo partire da dati di fatto sui quali i nostri politici hanno le loro ben precise responsabilità.
Soltanto un esempio. Il ponte di Tiberio sta lì a dimostrare 40 anni di errori compiuti nella gestione della cosa pubblica. Ma questo i nostri amministratori non lo vogliono sentir dire. Siamo disfattisti, fannulloni, maldicenti se esponiamo i dati di fatto? Ebbene sì, purtroppo. Per cui i predicozzi come quello che ci è stato gentilmente fornito dalla on. Marchioni, corrono il rischio di apparire come tentativi di inutile divagazione dal binario della verità effettuale.
Alberto Cristofano
Rimini
Lettera pubblicata dal "Corriere di Rimini" del 19 novembre
 
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