Rimini sottovoce, di Alberto Cristofano
  Meno sogni e piu' case
 

Alla mia lettera del 14 scorso (dove sostenevo che "tra la Parigi del 1889 e la Rimini del 2008 c'è una piccola differenza"), il lettore interessato mi ha risposto ruvidamente: "Per comprendere ciò non occorre una laurea alla Bocconi" (15 agosto).
A lui, ed agli altri lettori del "Corriere", vorrei proporre una questione molto semplice, che riguarda tutta la società italiana, partendo dal tema dei grattacieli che appassiona quel lettore. Ed uscendo dal vicolo cieco in cui egli è finito, spiegandoci appassionatamente (ma altrettanto inutilmente) che anche per la Torre Eiffel ci furono le stesse polemiche attuali di Rimini per il grattacielo di Foster.
Quali maggiori costi avrà in termini economici ed ambientali la torre-rotante di Milano che farà vedere ad uno spettatore immobile tutto il panorama a 360 gradi, rispetto ad una torre-immobile da cui lo stesso spettatore consumando un poco di suola di scarpe potrebbe vedere le medesime cose?
La situazione sociale ed economica odierna è tale che anziché sognare come l'architetto della torre-rotante per pochissimi intimi, occorre progettare un futuro per dare una casa a chi ne ha bisogno.
Il discorso è noiosamente politico, non estetico né architettonico. "Primum vivere, deinde philosophare", dicevano gli antichi. Adesso sembra che siamo in un mondo felice dove tutto possa essere ideato senza pensare ai problemi concreti della gente. Credo che questo sognare sia solamente effetto di un torpore da benessere, che purtroppo non tutti possono godere né possono pensare di raggiungere con questi "chiari di luna".
Alberto Cristofano

Testo pubblicato oggi 19 agosto su "Corriere di Romagna"

 
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