Rimini sottovoce, di Alberto Cristofano
  Porta sbagliata
 

Il prof. Marco Bertozzi fa un'osservazione molto interessante sul ruolo della cultura nelle città, nell'intervista al "Corriere di Rimini" di ieri lunedì 16 febbraio, laddove dice che la "consapevolezza del passato è importante". In un altro passo del suo testo, leggiamo della "risistemazione di una spaesata Porta Montanara".

Genialmente arguto ed elegante, appare questo aggettivo legato all'antico monumento. Credo che, se anche le pietre della cosiddetta "Porta Montanara" potessero dire la loro, esse annuirebbero al prof. Bertozzi, spiegando che il loro spaesamento deriva non soltanto dal fatto di essere state isolate dal contesto originario in cui si trovavano, ma pure da un altro particolare per nulla secondario. Infatti la "Porta Montanara" che noi oggi vediamo non è l'antica "Porta Montanara" che c'era nell'Ottocento...

Nel volume "Rimini dopo il mille" di Luigi Tonini (pp. 121-122) sul Borgo Sant’Andrea, si legge di una "porta antica" e di una "porta nuova". La prima è romana, la seconda medievale. Non sto a riprendere tutto il passo del Tonini. Preciso soltanto che il fornice conservato (e collocato arbitrariamente, ma per forza di cose, in fondo a via Garibaldi), è quello della porta romana. Non di quella medievale, diventata la vera e propria "porta Montanara" a tutti gli effetti, come dimostra Tonini.

E qui torna in ballo la bella frase del prof. Bertozzi: la "consapevolezza del passato è importante". La "spaesata" Porta antica cioè "Romana" (e quindi non "Montanara") non fa altro che accusarci: Rimini non è consapevole del suo passato...

Lettera apparsa nel "Corriere di Rimini" di oggi 17 febbraio.
Testo pubblicato il 17 febbraio sul blog "Libera Rimini" a questo link.

La foto, di Emilio Salvatori, è ripresa dal sito: www.giovannagiuccioli.it/
 
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